Marvel IT presenta

 

G L I   I N C R E D I B I L I   X – M E N

 

 

# 23: IL SALVATORE DEL MONDO

 

 -parte 1 -

 

(Questa storia èin continuity!! Yeeeeeeeee!!!!!!)

 

 

 

 

Pietro H. P. L.Meroni

il disgraziatonarratore duplicato che tutto ciò ha concepito

 

rossointoccabile

l’inflessibilesupervisore che la sorte ha designato a tale scopo

 

Carlo Monni

il silenteconvitato di pietra che parla senza proferir parola

 

 

 

 

Questo racconto vi è offerto daM.T.L. - Mutant Transport and Logistics -

che non fa più spot ma vi guarda lostesso.

 

 

 

 

 

 

«Acqua...» dice, «acqua...».

«Acqua? Vuoi dell’acqua, Ororo?».

«Sssssì...».

«Io ti darò dell’acqua, Ororo. Main cambio devi darmi anche tu una cosa. Mi darai la cosa che ti chiederò incambio dell’acqua, Ororo?».

«Dottore...».

«Mi devi dare tuo figlio, Ororo.Dammi tuo figlio e io ti darò l’acqua».

«Nooooooooooo...».

Il delirio si stempera nellarealtà. Gli spasmi ai muscoli la risvegliano.

«Dottore...».

«E’ ancora presto, Ororo. Nonsono le doglie. Tutto ciò è molto strano. E la febbre è ancora alta».

Il buon dottore le carezza lafronte. Lei fa fuggire lo sguardo verso la finestra: fuori, montagne pure comeil primo giorno del mondo. Tre picchi gemelli come le punte di un tridente, cheferiscono il cielo. 

 

 

Testimonianza del DottorStrange, da 001 a 037.

 

Mi chiamo Stephen Strange equesto basti.

Sia ben chiaro che non riconosconemmeno per un istante la presunta autorità che mi ha richiesto questadeposizione. Tuttavia, concordo sul fatto che sia necessario fare la massima chiarezzapossibile riguardo il fato del figlio di Tempesta degli X-Men.

Per questo motivo soltantoracconterò a te, droide, quello che è accaduto nello zdong di Wang-Di Prodhang, così che tu lo possa riferireal tuo... padrone.

 

Da giorni il mio animo era inquieto.

Potevo percepire la pura forzamistica che emanava da Tempesta, semplicemente chiudendo gli occhi, come quandovuoi ricordare l’aroma di un fiore in pieno inverno. E più il tempo passava,più i frammenti sembravano prendere forma. La Profezia di Jarungkhasor era aperta sul mio leggio. Non potevopiù esitare. Così mi alzai, per cercarla. La trovai nel centro di New York.

 

 

La trovai nel centro di NewYork.

Trolley Gucci in chocolateguccissima leather, cuciture esterne apunto cavallo rivestite in cuoio, rinforzi angolari in ottone cromato silver,cerniere in argento. E’ lì che la donna sviene.

La shop manager viene colta dal terrore. Non si può svenire nello showroom di Gucci in Fifth Avenue 685 a New York. Ma subitoviene un angelo a soccorrerla.

«Fatemi passare, sono undottore!».

«Guarda guarda, StephenStrange!».

«Buongiorno, Ororo».

«Bel gessato. Che ci fai daqueste parti?».

«A dire il vero, ti stavocercando».

«Curioso. Proprio oggi mi seivenuto in mente».

«Forse è qualcosa di più di una semplicecoincidenza».

«Cos’ha?».

«Chi, lei? Nulla. Solo un po’esaurita. Si riprenderà più o meno... subito!».

La donna rinviene. La shopmanager è raggiante. Stephen Strangerifiuta elegantemente un invito a cena.

«Come hai fatto a trovarmi? Haiusato il tuo Occhio di Agamotto?».

«Non è stato necessario. Anzi, lafacilità con cui ti ho trovato dimostra l’importanza che riveste il nostrocolloquio».

«Che vuoi dire?».

«Che intorno a te brilla unconcentrato di energia mistica, Ororo, come poche volte ne ho visti. Chiudo gliocchi e tu brilli come un faro nella notte. È tuo figlio».

La leonessa, mai sopita, sirisveglia.

«Che ne sai tu di mio figlio?».

«Nulla che tu non voglia dirmi.Ma non ti nascondo che sono preoccupato. Cosa ne pensi di quel forziere, sulloscaffale davanti a te?».

«Non mi sembra nello stile diGucci».

«Infatti non è di Gucci.È mio. È la custodia della Sfera di Agamotto. Vorrei che tu guardassinella Sfera, Ororo. Guarda nella Sfera mistica che osserva tutte le dimensioni,e dimmi ciò che vedi».

«E gli altri clienti?».

«Non vedranno nulla di strano.Due persone che valutano un acquisto».

«Ti sei fatto sottile, Stephen!».

«La magia è una scienza sottile,Ororo. Ecco, lo scrigno si apre! La Sfera galleggia nell’aria! Guarda, e dimmiciò che vedi!».

«Montagne».

«Montagne. Forse quelledell’Africa, la tua terra?».

«No. Sono montagne giovani, trepicchi gemelli, coperti di neve, aguzzi e affilati... Oh!».

«Che succede?».

«Appena le ho viste... ilbambino! Si è mosso!».

«Ed ecco, appena Elisabetta ebbe udito il saluto diMaria, il bambino le sussultò nel grembo.Questa è la prova che attendevo. E temevo, ahimè».

«Stephen... cosa?».

«Sono questi, i tre picchi che hai visto, vero?».

 

Io Tempesta guardai nellibro.

Io Tempesta guardai nel libro, edecco quello che vidi. Sullo sfondo di tre picchi gemelli come le tre punte diun tridente, c’era una donna, nera di pelle, che carezzava il fulmine e davaforma alle nuvole. Le nuvole divenivano qualcosa di bello e di utile per ipopoli ma Maia, l’Illusione, teneva tutto sotto di sè.

Poi vidi che la donna dava allaluce un figlio, sullo sfondo di tre picchi gemelli come le tre punte di untridente, e il figlio andava per il mondo e ovunque andasse i malati guarivano,i morti resuscitavano e gli afflitti venivano alleviati. Ma Maia, l’Illusione,teneva tutto sotto di sè.

Poi vidi il figlio della donnauscire dalla ruota di Maia, e Maia stessa ne era sconfitta. La ruota venivadistrutta, e tutta l’umanità ne era liberata per sempre.

Questo vidi.

 

«Quella che tieni in mano, Ororo,e che nessun altro nel negozio può vedere, è una copia della Profezia di Jarungkhasor: un testo mistico che fa parte di un corpus di99 profezie conosciuto col nome di Profezie della Coda della Tigre, scritte alconfine col Tibet intorno al 700 dopo Cristo».

«Sono...io, questa?».

«Sì,Ororo. Vorrei avere ancora dei dubbi, ma non ne esistono più. Tu sei la donnache carezza il fulmine e tuo figlio, secondo la Profezia, è destinato ad essereil salvatore dell’ignaro mondo!».

 

 

 

 

L’ignaro mondo

 

Salve.

Mi chiamo Kurt Vonnegut e sarò ilvostro scrittore, questa sera.

Mentre Pietro H. P. L. è inButhan, dove Tempesta ucciderà suo figlio, sarò io a raccontarvi cosa accadenell’ignaro mondo.

Nell’ignaro mondo accadono unmucchio di cose: alcune sono belle, molte sono brutte ma di sicuro nessuna hasenso. Meglio pensarla così.

In questo momento sono a Parigi,su un bellissimo terrazzo affacciato sopra i tetti della capitale francese. LaFrancia è una nazione del pianeta Terra famosa per tutti i re e le regine chel’hanno governata, e per la brutta fine che hanno fatto gli ultimi dellaserie. 

Al mio fianco ci sono duebellissime ragazze che prendono il sole. Stanno distese sopra due sdraio e sifanno baciare dal sole parigino, che è lo stesso che bacia anche laquindicesima luna di Giove se è per questo. Ma queste cose di solito non sidicono.

Ed ecco quello che si dicono ledue bellissime ragazze:

«E’ l’ultima volta che vengo alcinema con te, Rogue!».

«Anche tu volevi vederlo».

«Dev’essere il seguito più bruttodella storia del cinema!».

«Elizabeth Braddock!!! Non iniziare a fare la snob inglese con me!».

«Voglio dire... Johnny Depp ècosì... così... cretino per tutto ilfilm!».

«Io l’ho trovato divertente!».

«E poi Geffrey Rush appare solo duesecondi alla fine ed è infinitamente più affascinante!».

«L’ho sempre detto che hai deigusti strani in fatto di uomini...».

A proposito di uomini: nel belmezzo del terrazzo appare un giovanotto nero, alquanto prestante, molto benvestito. La cosa non spaventa le ragazze e nemmeno me: ho già scritto una scenadel genere negli anni ’60, e ci avevo pure aggiunto un cane. Il giovanotto è undipendente della M.T.L., un’azienda americana che si occupa di trasporti. Laparticolarità della M.T.L. è che per trasportare non usa automobili, né treni,né aerei e nemmeno scooter. Usa le persone. Persone particolari che sono ingrado di spostarsi istantaneamente da un luogo all’altro. Si chiamanoteleporta. Sono mutanti.

«Buongiorno, signore!» dice ilteleporta con un sorriso da consumato playboy. «Ho un trasporto prenotato perdue persone per New York!».

«Miss Precisione spacca ilsecondo!».

 

New York è un’altra città delpianeta Terra, famosa per i suoi grattacieli, i suoi frenetici ritmi di vita ei suoi tassisti. In questo momento sono seduto all’interno di una di questeattrazioni.

«Mi spiace, padre, ma siamoimbottigliati» sta dicendo l’autista del taxi. «A quest’ora la Broadway è unmare di lamiera fino alla Settima!».

«D’accordo, non importa. Sono giàin ritardo. Bastano questi?».

«Sì ma…».

«Arrivederci».

Kurt Wagner sparisce in una nubedi zolfo. L’autista annusa e pensa che non ce n’è mai nessuno che lasci odoredi tabacco quando sparisce.

 

Quando si materializza, vieneassalito da una montagna di televisori.

Torreggiano davanti a lui, unaparete interamente fatta di schermi televisivi accesi. Ognuno trasmette unprogramma diverso.

«Vas?!?».

«Dovevi materializzartinell’altra stanza, Wagner».

Chi ha appena parlato è la donna che si fa chiamare Sage.Non posso raccontare niente di lei perché me lo ha espressamente proibito.Posso solo dirvi che indossa il prototipo della tuta in pelle che YohjiYamamoto presenterà alla prossima settimana della moda di Milano. Milano èun’altra città del pianeta Terra, famosa per il suo smog.

«Che diavolo è questo?».

«Uso il metodo di Adrian Veidtper studiare il mondo».

«Attraverso le televendite?».

«La realtà penetra nellacomunicazione di massa come una goccia d’acqua che crea una stalattite. Nelcaos comunicativo prende forma la verità dei tempi: una verità effimera,sfuggente, che va colta nell’istante».

«E che cosa hai colto, oggi?».

«Paura del futuro, incoffessata esublimata in miraggi di ricchezza irrealizzabile… forti richiami sessuali,niente di nuovo… Soddisfazioni effimere, immediate: assenza di responsabilità,miraggi dell’infanzia perduta… Egocentrismo, sfiducia nel prossimo… senso diinferiorità latente… Rapineranno una banca!».

«Eh?».

«Togliti l’abito talare. Nonmanca molto».

La donna che si fa chiamare Sagespalanca una doppia porta che potrebbe stare all’entrata di una rimessa dicamion, solo che è di mogano massiccio. Siamo nella Soho Suite, al sesto pianodell’Hotel Mercer, al 147 di Mercer Street, New York, America, pianeta Terra.

«Elfo! Ti sei nascosto di là perchéeri in ritardo?».

«Avevo un muro da ridipingere,Rogue. Come stai, Betsy?»·

«Bene».

«Nessun malessere residuo?».

«Nessuno, Sage. Sto benissimo».

«Gli esami lo confermano. Il tuocorpo è quello che ha graziato le copertine di Harper’s Bazaar per molti anni.Occhi compresi».

«Sono la vecchia, cara, molle,indifesa Elizabeth Braddock. Telepate di buona volontà e ossa fragili».

«Atteggiamentovittimistico-depressivo con manie persecutorie. Prevedibile. Niente che lanostra prima missione non possa risolvere».

«Missione? Quale?».

«Ha detto: una rapina in banca!»dice Kurt.

«Banca? Gli X-Men non fannobanche!».

«L’ultima volta che abbiamocercato di fermare una rapina in banca, il Fenomeno ha distrutto tuttol’isolato!».

«Sbagliato Rogue: non è stato ilFenomeno, è stato Nimrod. E anche tu hai contribuito. Ora, se avete finito,devo chiamare il noleggio limousine».

«Limousine?».

«Ho intenzione di introdurre ilconcetto di basso profilo nel team, come facevamo nel Club Infernale. Vietatovolare, se non è strettamente necessario».

«Basso profilo, certo...».

 

 

 

 

Testimonianza delDottor Strange, da 052 a 089.

 

«Intorno all’anno 600, il re delTibet fece un sogno.

Vide una statua del BuddhaSakamuni che veniva trasportata per le vie della città di Lhasa. Ad un certopunto, la statua cadeva nel fango e nessuno riusciva più a spostarla.

Svegliatosi, chiese consiglioalla sua sposa, la saggia principessa cinese Wencheng.

Wencheng interpretò così ilsogno: c’era un’enorme diavolessa che giaceva supina, sepolta nella terra delregno, e il suo ombelico era proprio il punto in cui la statua del Buddha erarimasta affondata nel fango.

Cosa posso fare? chiese il re. Ènecessario inchiodare per sempre la diavolessa a terra, rispose la regina. Ecome? chiese ancora il re. Costruirai 108 templi in un solo giorno, rispose laregina. Un tempio sopra ogni articolazione della diavolessa, per tenerlainchiodata a terra.

Così nell’anno 659, in un sologiorno, il re del Tibet fece edificare 108 templi, convertendo al buddismo legenti dei territori. Quattro templi, costruiti sulle spalle e sulle anche delladiavolessa, corrispondevano ai quattro distretti del Tibet centrale. Leginocchia e i gomiti della diavolessa furono inchiodati. La gamba sinistra, chesi trovava in Buthan, fu parimenti bloccata con la costruzione di almeno ottotempli, molti dei quali caddero nell’oblio nei secoli seguenti».

«E tutto questo cosa c’entra conmio figlio, Stephen?».

«Solo un attimo di pazienza,Ororo. È necessario che io apra la porta per il nostro viaggio. Per il sacroVishanti, che i segreti sigilli si aprano ancora! Che il mistico viaggio abbiainizio!!».

Aprii così la porta sul pianoastrale, il luogo dove le distanze sono annullate e ogni luogo è accessibile.Non dubito, droide, che il tuo padrone brami una conoscenza migliore di questireami arcani! Fortunatamente, tale conoscenza gli è preclusa.

 

 «Grande fu la gloria di Padmasambhava, che molti chiamanoanche Guru Rinpoche.

Secondo la leggenda, il sant’uomovisitò il Bhutan scavalcando le montagne a cavallo di una tigre alata. Quellatigre alata era sua moglie. Numerose illuminazioni seguirono il suo passaggio:fu un periodo di visioni, di conversioni. Gli uomini raggiunsero la santità eritornarono ad abitare i monasteri-fortezza dimenticati, chiamati zdong. Fu un periodo di grandi preghiere, antiche veritàfurono ritrovate, nelle grotte e sul fondo dei laghi. E molte profezie furonoscritte. Fra queste, 99 andarono a comporre il corpus della Coda della Tigre.

«Ci sono molte profezie nelmondo, Ororo. Alcune sono di dominio pubblico, come quelle di Nostradamus o diAgrippa von Nettesheim. Altre sono note solo agli iniziati. La maggior partesono tenute segrete da un ristrettissimo gruppo di custodi. Come Mago Supremodella terra, è mio dovere conoscerle tutte. Più gravoso ancora, è il conviverecon i miei dubbi sulla loro corretta interpretazione. Ho dubitato a lungo,Ororo. Ma ora, mentre navighiamo nel piano astrale, non dubito più».

«Dove siamo diretti, Stephen?».

«Ai piedi delle tre cime gemellecome i denti di un tridente. Là, nello zdong di Wang-Di Prodhang, il monastero che tiene inchiodata al terreno lacaviglia sinistra della diavolessa. Là dove la profezia di Jarungkhasor fu scritta. Nel monastero dove per secoli unordine segreto ha atteso che si avverasse. Dove generazioni di monaci hannoatteso, pregando, che tuo figlio venisse alla luce, Ororo».

 

Eraun luogo per santi.

Era unluogo per santi. Aggrappato con la forza degli artigli di un uccello adun’immensa roccia a strapiombo, in perenne bilico su un abisso. Un luogocostruito per distaccarsi del tutto dal mondo.

«Vistavo aspettando» disse il monaco.

«GrandeVishanti! C’è ancora qualcuno?!».

«Soloio».

«Cosastai facendo?».

«Preparoil giaciglio. Queste coperte sono vecchie, ma non ho nulla di meglio».

«Ungiaciglio? E per chi?».

«Per latua paziente, dottore. Nella tua sorpresa ti sei scordato di lei, e non vediche sta già male».

«Ororo?!?!?».

 

Avevola vita dentro di me.

Avevola vita dentro di me, la portavo dentro di me come una fonte pronta ascaturire. Ma non appena misi piede nel monastero, non appena il piano astralesi richiuse alle nostre spalle, la sentii imprigionata. Era stata bloccata,stretta da una cintura invisibile che ci cingeva e ci toglieva l’aria.

 

 

«Febbre alta. In così pocotempo... Come è possibile?».

«Il bambino... ».

«No, Ororo. Non ci sonocontrazioni. Non hai nemmeno rotto le acque».

«Rifiuta questo luogo. Non loaccetta. Lo combatte. Per questo la sua energia ha cambiato direzione».

«Come può rifiutare questo luogo?Non lo conosceva nemmeno, pochi minuti fa!».

«Non sto parlando di lei. Stoparlando del bambino».

«Parli come se il bambino avesseuna sua coscienza».

«Non rispondermi come uno deituoi stupidi colleghi, Stephen Strange!».

«Mi conosci!».

«E tu conosci me. La cinturamistica che cinge questo luogo, e di cui ti saresti accorto se la tua mentefosse libera, è stata nutrita dai monaci che, secolo dopo secolo, si sonosucceduti nell’attesa. Questo è un luogo santo, coltivato per proteggere il Buddha.È stata creato per non dissolversi finché il Buddha non sarà nato. Ora che tuhai portato la madre, come profetizzato, nessuno potrà lasciare questo luogofinché tutto non sarà compiuto».

«Chi sei tu?».

Il monaco alza la testa, facendocadere all’indietro il lembo del mantello che gli ricopriva la fronte. GrandeVishanti, è una donna pensa il DottorStrange, ma prima che possa pronunciare il suo nome, è Tempesta a riconoscerla:

«Roma?!?!?».

 

 

 

L’ignaro mondo

 

«E così, saresti tu il capo?».

«Ti vedevi già pastore di questogregge, Wagner?».

«Sono solo un Accolito. Non hopreso i voti e forse non li prenderò mai».

«Ironico: non sei il primo X-Mana diventare un Accolito...».

«Non fa ridere, Tessa».

«Tessa non c’è più. Io sonoSage».

«E sei il capo...».

«Il capo è Tempesta. Iopreferisco il termine coordinatore».

«E Ororo come sta?».

«L’ultima volta che l’ho sentita,bene».

«Dov’è?».

«Non lo so!».

«Come non lo sai???».

«Abbiamo stabilito una serie diappuntamenti telefonici. Chiama lei. Per il resto, massima privacy».

«Avrebbe dovuto chiamare uno dinoi...».

«E avrebbe dovuto anche fare capouno di voi, immagino?».

«Quattro tizi stanno uscendodalla banca, signora coordinatore!».

 

Ehilà. Sempre Kurt Vonnegut qui.Le cose nell’ignaro mondo vanno così veloci che persino io, che le dovreiscrivere, faccio fatica a starci dietro. In ogni caso, non perdiamoci inchiacchiere e guardiamo anche noi i quattro tizi che stanno uscendo dallabanca.

 

Dalla porta a vetri dell’agenzianumero 36 della Firth Of Fifth American Bank esce, con tutta la naturalezza diquesto mondo, un pittoresco gruppo di quattro persone.

Sono tutti uomini e tuttifasciati in tutine nere da teatro, di quelle che si usavano negli anni ’70. Aprima vista, sembrerebbero un gruppo di attori dilettanti che si apprestano arappresentare Bertold Brecht. Se non fosse per le grosse borse che trasportanosulle spalle. Ed ecco quello che si dicono gli attori dilettanti:

«Dannazione Kierkegaard, eccolilì! Siamo perduti. Ma in fondo lo siamo sempre stati».

«Avevi ragione, Nietzche!».

«Nessuno può avere ragione,perchè la ragione è un concetto vano, Bergson».

«Oh, sta’ zitto Sartre! E adessoche facciamo?».

«C’è solo una cosa da fare. Ciòche non ci distrugge, eccetera. E poi vinceremo noi!».

 

Quella che segue è una tipicascena di combattimento da supereroi.

Dovete sapere, ma lo avrete giàimmaginato, che i quattro attori dilettanti sono mutanti. Il personaggio che sifa chiamare Nietzche è un precog, ovvero vede nel futuro. Sa già come finiràquesto scontro ancora prima che io lo scriva. Vinceranno loro.

 

Elizabeth Braddock, che deveessere la persona di maggior buona volontà a questo mondo, si prepara abloccare tutti e quattro gli attori dilettanti con una scarica telepatica. È unottimo piano, potrebbe fermarli da sola. Peccato che Nietzche lo abbiaprevisto, e che comunichi le sue direttive al suo compagno Sartre:

«Sartre, quella con i capelliviola!!».

«I colori non sono altro che laprova dell’imperfezione del nostro apparato visivo!».

«Friggila, imbecille!!!».

Il potere mutante di Sartre è disconvolgere la produzione di ormoni in un corpo. Le bellissime ghiandolesurrenali di Betsy Braddock iniziano a pompare una quantità esagerata dinorepinefrina nel flusso sanguigno. Dosi massicce di colecistochinina e bombesinainvadono lo stomaco. Il cervello viene sommerso da un’inondazione di acidogamma-amminobutirrico. Betsy Braddock si accascia sul marciapiede di frontealla Firth Of Fifth American Bank.

 

«Però!» esclama Sartre.

«Questa la paghi subito,bastardo!» dice Rogue, e lo bombarda di cazzotti.

«Povero Sartre. Non è statoabbastanza nichilista, per questo lo hai sorpreso!».

«A te ti faccio secco anche senzabisogno di sorprenderti, baffetto!».

«Anche la rabbia più grande èdestinata a diventare un soprammobile, domani». Dovete sapere che Kierkegaardha il potere di diventare immateriale. Così il pugno di Rogue sposta soltantoqualche molecola d’aria.

«Ma chi accidente siete, voibuffoni?».

«Siamo... i Nichilisti!!!».

«La riprova che i nomi decenti lihanno finiti negli anni settanta...».

«Il tuo concetto di bello obrutto è puramente soggettivo e socialmente deformato dalla propagandaestetico-morale piccolo-borghese!».

«Rogue, piantala di dare pugnial palazzo e stendilo!!!».

«È una parola, signora coordinatore!».

«Per quanto grandi, tutti glisforzi degli uomini sono vani».

 

«Quello peloso apparirà alla tuadestra, Bergson!».

«Ogni direzione è soloun’illusione, fallace ed ingannevole».

«Piantala di fare il buffone eoccupati di quella con gli occhiali scuri, non mi piace per niente!».

Bergson è un teleport temporale.Riesce a proiettarsi avanti o indietro nel tempo che, per uno dei popoli che hocreato io, i tralfamadoriani, è una grandezza scalare. Bergson potrebbeproiettarsi avanti nel tempo, però non si fida perchè le variabili sono troppe:non può sapere cosa accadrà in una coordinata spaziotemporale che non ha ancoraoccupato. Così si teleporta solo nel passato. Mezz’ora prima, per esempio, erasul marciapiede di fronte. E lì riappare. Nello stesso momento, Nietzche siritrova Kurt Wagner alle spalle.

«Tipica pulsione sessualerepressa» dice Sage.

«Idiota, per il collo ladovevi prendere, non per le tette! Come fa questo qui con me!!!» dice Nietzche con la voce strozzata.

«Ah sì? OUCH!!!!» dice Bergson chesi becca una gomitata in piena faccia.

«Imbecille. Non sei statoabbastanza nichilista!» dice Nietzche conla voce strozzata.

«Arrendetevi subito!» intima KurtWagner che inizia a domandarsi il senso di tutto ciò.

«La Droia Bi ha roDDo il Daso!!».

«Non esiste nessun naso!Portaci via di qui prima che questa pelle di gatto mi strozzi! Più tempo passae più rischiamo!!».

 

La scena dopo l’alluvione.Spariti i quattro attori dilettanti e sparite anche le borse.

«Spariti, tutti e quattro. Anchequello svenuto. Devono avere un link di sincronizzazione col teleport…».

«Come sta Betsy, Kurt?».

«L’hanno conciata per le feste…».

«Sarà sufficiente aspettare chegli enzimi nel suo corpo decadano, Wagner. Pensa alle cose importanti per unavolta!».

«Per esempio, signoracoordinatore?».

«La prossima volta, questisedicenti nichilisti faranno bene ad essere preparati in fatto di arsmoriendi! Ci hanno fatto fare la figura deifessi, e io odio fare la figura della fessa!».

«Ha detto Tessa?».

«No, fessa».

 

 

 

Fine dell’episodio